Il Museo Ostiense
All’interno degli Scavi di Ostia, il Museo ostiense ha sede nel Casone del Sale, un edificio rinascimentale legato allo sfruttamento delle saline da parte del governo pontificio. Sede museale dal 1934, vede un primo parziale ampliamento dell’esposizione nel 1952, e un significativo riallestimento nel 1962, rimasto pressoché immutato fino ad oggi.
La necessità di riallestire il museo nasce dalla duplice esigenza di illustrare la storia e il contesto della città romana di Ostia grazie a un racconto museale del tutto nuovo rispetto al passato, e al tempo stesso di restaurare e mettere a norma, anche dal punto di vista dell’accessibilità, l’edificio, il Casone del Sale, risalente al XVI secolo e già sede del Museo Ostiense. Il museo e stato aggiornato anche nella dotazione impiantistica, illuminotecnica e tecnologica, oltre che sul piano scientifico ed espositivo, al fine di conferire ai manufatti la giusta atmosfera e la piena godibilità.
Il percorso espositivo
Il percorso museale è articolato in 12 sale; il racconto museale si articola in 7 grandi macrotemi: le origini e l’età repubblicana, il potere imperiale, gli spazi civici, la gente, le religioni e i culti, le necropoli del territorio, le forme dell’abitare.
All’ingresso del Museo, le sale I e II forniscono un’introduzione multimediale al Museo; la sala III è dedicata alle origini della città e all’età repubblicana: tra le opere si segnala la delicata statua in terracotta proveniente dal sacello di Iside identificata come Fortuna; l’attigua sala IV è dedicata al santuario repubblicano di via della Foce, da cui viene, tra gli altri, il busto di Asclepio, risalente al II secolo a.C. e il rilievo dell’aruspice Fulvius Salvis, realizzato nel primi decenni del I secolo a.C.
La sala V è dedicata alle immagini del potere imperiale: la statua di Traiano dalla Schola del Traiano, di Sabina come Cerere dal Decumano, del cosiddetto Massenzio sono solo alcune delle opere che raffigurano imperatori o personaggi appartenenti alle famiglie imperiali; la sala VI, dominata dalla Statua di Vittoria Alata che un tempo decorava l’attico di Porta Romana, è dedicata a spazi civici e monumenti pubblici: oltre alla statua di Cartilio Poplicola, qui sono esposti i frammenti dei Fasti Ostiensi, l’iscrizione dedicatoria posta su Porta Romana e i frammenti del fregio della basilica del Foro. La sala VII è dedicata alla gente: i ritratti, riuniti al centro della sala, restituiscono i volti di uomini e donne della società ostiense coprendo un arco cronologico che va dalla metà del I secolo a.C. alla seconda metà del V secolo d.C.
La grande sala VIII è dedicata a religioni e culti: nel centro campeggia la statua di Mitra Tauroctono proveniente dal Mitreo delle Terme del Mitra, opera dell’artista ateniese Kriton.
A seguire le sale IX e X sono dedicate alle necropoli del territorio, mentre l’IX approfondisce i contesti funerari provenienti dalla Necropoli di Porto all’Isola Sacra: la statua di Iulia Procula dalla tomba 106 e il Sarcofago delle Muse col suo corredo sono due opere di elevatissimo pregio e grande raffinatezza artistica.
Dopo le città dei morti, nella sala XII, infine si entra nelle case dei vivi. Le forme dell’abitare si sviluppano soprattutto nelle pitture che le case ostiensi hanno restituito numerose, come il fregio con rappresentazioni di nani, dalla Domus dei Bucrani. Infine un piccolo andito, quasi un cubicolo, è lo spazio dei “filosofi”, tra i quali si distingue l’Erma di Temistocle dal Caseggiato del Temistocle.
Il percorso espositivo è integrato da un apparato multimediale che va a completare gli strumenti didattici tradizionali: su touchscreen si possono approfondire attraverso fotografie storiche e disegni conservati negli archivi ostiensi i principali monumenti e quartieri cittadini: un modo per rendere fruibile un patrimonio di documentazione altrimenti solitamente non visibile; inoltre, video di approfondimento sono fruibili mediante sistema sound shower, con audio direzionato sullo spettatore in modo da non arrecare disturbo ad altri visitatori presenti in sala.