Eppur si espone: Avori e ossi lavorati dalle Collezioni ostiensi

10—29/09/2019

Dal 10 al 29 settembre il parco archeologico nel Museo Ostiense è esposta una selezione di oggetti in avorio e in osso provenienti da diversi contesti e ritrovati nel corso degli anni all'interno dell'area archeologica.

L’esposizione si inserisce nel ciclo dell’iniziativa “Eppur si espone” che di mese in mese per tutto il 2019 porta nella sala XI del Museo Ostiense oggetti conservati nei Depositi di Ostia.

Gli oggetti in avorio

dittico-avorioDittico in avorio, V secolo d.C. L'avorio era un materiale pregiato, che veniva importato dall'Africa e lavorato in pochi centri specializzati, tra cui anche Roma.

Tra gli oggetti più pregiati in avorio viene esposta una valva di dittico datata alla metà del V secolo d.C., ritrovata nel 1910 sotto il Casone del sale, attuale sede del museo Ostiense. Il dittico era realizzato con due tavolette di avorio rilegate tra di loro, all'interno delle quali veniva spalmato uno strato di cera. Era un oggetto di rappresentanza, un dono importante, fatto da un certo Modesto o Modestino al Patrono Severo, che è raffigurato sulla superficie del dittico in abiti sontuosi.

Un altro oggetto di particolare interesse è una placca in avorio decorata con la scena, ricorrente nell'iconografia dell'età imperiale romana, del corteo nuziale di Poseidone e Anfitrite. Nel piccolo frammento di decorazione vediamo una Nereide a cavallo di un ippocampo, con un amorino che osserva la scena. Questa venne in luce negli scavi all’interno della Sinagoga di Ostia antica negli anni Sessanta.

Gli ossi lavorati

bambola in ossoBambola in osso L'osso è un materiale più diffuso rispetto all’avorio; laboratori per la lavorazione dell’osso sono attestati nella stessa Ostia.

Le bambole in osso che si espongono in questa occasione sono realizzate con gli arti snodati e con accessori in materiali deperibili che le rendono particolarmente simili alle bambole con cui giocano le bambine ancora oggi. Si tratta di piccole bambole, 'pupae', con elaborate acconciature che hanno consentito di datarle III-IV secolo d.C. Una di queste bambole indossa una collana realizzata con un piccolo anellino di bronzo. Le bambole non erano semplicemente giocattoli: si ritrovano nelle sepolture infantili e sappiamo dalle fonti che venivano sacrificate simbolicamente agli dei della casa per celebrare il passaggio all'età adulta.

I coltelli

Tra i coltelli col manico lavorato in avorio si distingue quello a serramanico che raffigura un gladiatore, in particolare il gladiatore noto dalle fonti come secutor: un gladiatore armato con un pesante scudo e un grande elmo che in genere lottava con il gladiatore retiarius armato di rete e tridente. Gli spettacoli gladiatorii godevano di grande fama anche a Ostia, dove sono attestati sicuramente nel corso del II secolo, epoca alla quale viene datato questo coltello.

Su un manico di coltello particolarmente accurato nell’esecuzione è raffigurato un leone accovacciato pronto a balzare sulla preda, di età tardoimperiale, mentre risale al III secolo d.C. un manico a forma di testa di volatile, del quale sono rappresentate con estrema precisione le piume sulla sommità della testa.

I dadi

I dadi da gioco in osso sono uno dei ritrovamenti più comuni negli scavi archeologici di età imperiale romana, a testimoniare la grandissima diffusione e popolarità di questo passatempo. Due degli esemplari esposti sono provvisti di un foro dove inserire un peso di piombo in modo da truccare i lanci! Sappiamo dalle fonti che il gioco d'azzardo era talmente diffuso che già in età repubblicana si cercò di porvi un limite, ma la legge fatta a questo scopo ottenne scarsissimi risultati.

dadi-ossoDadi da gioco in osso

Le tesserae

Le tessere in osso sono una categoria di oggetti piuttosto diffusa e che aveva usi differenti. Per esempio una tessera rotonda con maschera teatrale era probabilmente un gettone per accedere al teatro di Ostia e assistere agli spettacoli, che nella maggior parte dei casi erano gratuiti, mentre le due tessere a forma di animali, ovvero di pesce e di pollo spennato, potevano essere legate a distribuzioni alimentari, oppure potevano essere delle semplici pedine da gioco; è interessante la tessera rettangolare con inciso a piccoli cerchi il nome Tertullis. Questo nome ha fatto pensare che si tratti di un tessera hospitalis, ovvero una sorta di documento di riconoscimento per chi giungeva da altre città da altre parti dell'impero.

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